Il PAC (Piano Aria Clima) è un pacco?

Piano Aria Clima

In questi giorni il Comune ha presentato i risultati di un “questionario” proposto via web questa estate e che è terminato il primo settembre. Ora già chiedere un parere in modo così informale è piuttosto discutibile perchè la richiesta non solo non ha raggiunto nessuno, ma il questionario era costruito in modo che il risultato fosse già preconfezionato prima ancora di avere i risultati. Sulla base di questo “questionario” è stato predisposto il PAC (Piano Aria Clima) che i milanesi dovranno subire nei prossimi anni qualora questa giunta venisse confermata alle prossime elezioni comunali.

Ci sono diverse obiezioni da fare, sia nel metodo che nella presunta funzione di consultazione dei milanesi.
Qui possiamo vedere la presentazione del questionario e notiamo subito come nelle risposte non ci sia MAI la possibilità di esprimere un parere in disaccordo, nemmeno parziale, con la linea imposta dal Comune.

il video parte dal momento dell’illustrazione delle domande

Questa incompletezza piuttosto evidente, ne inficia l’utilità a priori già evidente dalla prima domanda “cosa ne pensi dei cambiamenti climatici?” che non prevede nessun tipo di disaccordo, nessuna obiezione, nemmeno un generico “non mi interessa”, In questo modo non risulterà mai l’esistenza di una fetta di milanesi in disaccordo anche parziale con questa catastrofica visione ambientalista. Si tratta di un questionario dai risultati che evidenzieranno solo un possibile “gradimento” ad una visone già preconfezionata dove nessun parere contrario può venire espresso. Questo sicuramente ha scoraggiato la compilazione del questionario dei milanesi che non condividono questa visione.

Ma facciamo un passo avanti, CHI ha risposto al questionario? i milanesi? non lo sappiamo con certezza perchè non c’è nessun controllo sull’identità di chi risponde, il questionario è anonimo, non è nemmeno necessario lasciare una mail di conferma. Può rispondere chiunque anche più volte. Ora spacciare questo questionario come una indicazione di indirizzo per una politica ambientale già pre-confezionata dal comune è assolutamente ridicolo.
Non c’è un criterio di campionamento, non c’è una verifica di identità, non c’è la minima certezza che un fanatico ambientalista lo abbia compilato decine di volte, non è una cosa seria. Almeno non è serio che lo faccia un comune e su questo risultato proponga un PAC (Piano Ambiente Clima) che impatterà su tutta la cittadinanza milanese e anche su tutto l’hinterland metropolitano. Del resto chi è contrario non ha nemmeno avuto modo di esprimersi.

Sulle pagine del Comune ci dicono con una arroganza impressionante “come sarà Milano nel 2050“. Peccato che non specificano che quello non è ciò che vogliono i milanesi, ma è la visione distopica della attuale giunta.
Condivisibile? Secondo noi NO, assolutamente NO. Ma da cittadini non abbiamo avuto la possibilità di esprimere il nostro disaccordo in nessun modo in un presunto processo partecipativo.
In questo video l’assessore Lipparini definisce il “questionario” come una “indagine esplorativa, che è una attività di ascolto“.
In che senso ascolto? Perché la mancanza della possibilità di esprimere un parere contrario non significa ascoltare, ma significa “taroccare” una indagine che avrebbe dovuto essere seria.
Lipparini definisce il questionario come un “successo”. A noi piace misurare il successo da dati certi e 362 visualizzazioni del video di presentazione e 172 di quello sui risultati a nostro modo di vedere sono un sonoro fiasco e sollevano ancora più dubbi sulla effettiva rappresentatività dei risultati.

Il “report” del Comune da parte dell’assessore Lipparini

Lipparini aggiunge che quasi diecimila cittadini hanno partecipato. Assessore ne è certo? Intanto i questionari completi sono solo settemilacinquecento e poi a che cittadini si riferisce? Non c’era nessun controllo! Sarebbe bastato usare un semplice SPID per verificare che chi ha risposto sia effettivamente di Milano o provincia e per verificare che sia maggiorenne (che poi sono quelli che voteranno nel 2021) e non compili il questionario per decine di volte. E pensare che Lorenzo Lipparini è Assessore a Partecipazione, Cittadinanza attiva e Open data, dovrebbe sapere che quello che è stato fatto non è statisticamente rilevante, non ha alcuna validità nè come sondaggio, nè come consultazione. Si tratta di una vera e propria marchetta preconfezionata, spacciata per volontà dei milanesi, sempre che 10 mila persone a caso, non verificate, rappresentino davvero i milanesi e non siano quasi tutti abitanti di Roccacannuccia che si sono spacciati per milanesi.

Non entriamo nemmeno nel merito dei risultati considerandoli del tutto nulli, di nessuna rilevanza statistica. Non vale nemmeno la pena discuterne, perchè se manca un campionamento statistico e sono presenti domande senza possibilità di rimarcare la contrarietà a certi principi non ha nessuna validità. Resta solo un bel giochino da principianti per sfornare veline per i media, falsità assolute spacciate per volontà dei cittadini.
Cittadini che però non sono stupidi come pensa evidentemente la giunta milanese e commentano così sui social:

Un commento di un milanese sulla “partecipazione” al questionario

Ma cosa ha prodotto sui media questa buffonata spacciata per partecipazione? Perchè questi video del comune non li guarda nessuno, ma le pagine dei maggiori quotidiani italiani le leggono in molti e da quelle possiamo analizzare la serietà di questa giunta nel presentare il progetto e i risultati del “questionario”.

Iniziamo dal Corriere della Sera del 7 Ottobre 2020, QUI l’articolo.

Già il “questionario” del comune diventa un sondaggio, cosa del tutto falsa perché un sondaggio rispetta criteri statistici di campionamento necessari affinché sia rappresentativo, cosa che nel questionario del comune è stata del tutto ignorata, con buona probabilità volutamente per avere risultati favorevoli alla narrazione imposta.

Nell’articolo lo scopo finale è ben evidenziato: “Si tratta del primo passo di un articolato percorso di partecipazione che porterà, attraverso vari momenti di condivisione con la città, all’adozione del Piano aria e clima
Il piano Aria Clima è il PAC-co del titolo e la partecipazione come abbiamo ben evidenziato è finta, costruita a tavolino e per nulla spontanea o aderente al vero. Lo dimostra questo articolo che di fatto NON parla del “questionario” ma è solo una occasione per passare alcune veline del Comune di dichiarazioni di Sala, ovviamente di autoelogio dell’operato della giunta.

Il Corriere poi aggiunge questa infografica dove si vede bene la parola SONDAGGIO, con tanto di risultati del tutto non corrispondenti ai dati reali in cui solo il 10,8% dei milanesi si muoverebbe in auto. Anche un bambino può notare quanto siano fantasiosi questi dati, basta mettersi in strada a contare quante macchine, bici e monopattini passano in un’ora di osservazione. Sarebbe comunque un dato empirico e non rappresentativo, ma certamente più rispondente al vero.

Dopo il Corriere passiamo a Repubblica con il suo articolo sempre del 7 Ottobre 2020 che almeno non trasforma il “questionario” in sondaggio, ma ci dipinge un identikit del milanese piuttosto inverosimile.
“Un questionario online cui hanno partecipato quasi 10 mila persone (9.374), di cui l’ottanta per cento ha risposto fino all’ultima domanda. Ne è uscito, sintetizzando, l’identikit del milanese attento all’ambiente

La lettura di Repubblica è più subdola di quella del Corriere: dopo la parte introduttiva dedicata alle solite esternazioni di Sala ci infila perle come “il 40 per cento si sposta in maniera green (il 18,6 va a piedi, il 12,9 in bici, l’11,1 in tram), ma un 10% usa ancora l’auto privata”. Dato del tutto non corrispondente alla realtà, MA UN 10% USA ANCORA L’AUTO PRIVATA. In che senso “ma”? E’ forse un reato usare l’auto privata? Un attentato di lesa maestà a Sala, Maran e Granelli?

Aggiunge in chiusura “Questo è solo un tassello di un percorso partecipativo che tra novembre e dicembre attiverà tavoli di discussione in tutti i quartieri, covid permettendo”. Noi siamo andati a vedere cosa intendono per percorso partecipativo, quali sono le realtà milanesi che verranno chiamate a collaborare per la stesura del PAC-co. Sono solo quelle filo-giunta, tanto per fare un esempio l’ACI non è inclusa, conta di più avere Massa Marmocchi o Ciclobby.

Muovermi non è incluso, i milanesi contrari a questa visione distopica di Milano non sono inclusi nella partecipazione.
Ma questa è davvero partecipazione o è una imposizione di una visione assurda che però peserà sulle tasche di tutti?
Prossimamente parleremo in modo esauriente del PAC e vedrete che non è altro che un PACCO che graverà sulle finanze di tutti i milanesi, escluso una piccola fetta di privilegiati.

Un piano che più che ecologista sembra classista e sarà supportato da tutti i media nazionali, ben disposti a diffondere bufale e mistificazioni della realtà, a patto che siano veline della Giunta Sala. Anche l’informazione ha issato bandiera bianca.

Autore

  • Laureato in Economia e commercio, giornalista pubblicista, motociclista da sempre. Dopo tanti anni di lavoro nel settore automotive in cui mi sono occupato di ricerche di mercato, giornalismo, retail e gestione di uffici stampa per diverse grandi realtà del settore, ora mi occupo di Cybersecurity e Cloud Computing. La mia passione per la politica, l'attività svolta con muovermi (e anche in precedenza) e l'amore incondizionato per Milano, mi hanno fornito lo stimolo per una candidatura alle prossime comunali nella lista di Fratelli d'Italia con l'impegno di contribuire al miglioramento della viabilità e garantire libertà che l'attuale giunta sta negando.

Un commento

  1. Articolo esemplare. Aggiungerei la modalità schifosa e strumentale con cui manipolano la giusta paura del covid per far passare i loro ecodeliri come la soluzione alla pandemia: l’inquinamento favorisce il virus, non fumare, non circolare, non scorrengiare.

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