Le fonti naturali di inquinamento

Palazzo Unicredit

La settimana passata ci ha lasciato in eredità molti spunti di riflessione sul tema della qualità dell’aria: abbiamo tutti sentito parlare di quanto a seguito del blocco del traffico e di buona parte delle attività produttive la qualità dell’aria fosse migliorata. Alcuni addirittura parlavano di come in Lombardia non si respirasse così bene dai tempi della rivoluzione industriale.

Ma è vero? In realtà ogni anno, per fenomeni legati alle naturali dinamiche atmosferiche la concentrazione di inquinanti aumenta d’inverno, mentre in estate diminuisce a valori ben al di sotto di quelli odierni. Inoltre basta sempre una giornata di pioggia o di vento (meglio il Föhn) per respirare aria purissima anche in pieno inverno senza alcun blocco del traffico.
Per quanto riguarda la rivoluzione industriale, dobbiamo premettere che la qualità dell’aria è talmente migliorata negli ultimi 20 anni, che in ambito scientifico ci si chiede se in Europa sia un problema rilevante anche per il futuro, o se le nostre ricerche debbano piuttosto focalizzarsi sui paesi in via di sviluppo, dove i livelli di inquinamento sono quelli che in Europa avevamo 60-70 anni fa.

In pianura Padana noi siamo sfortunati. Siamo circondati su 3 lati da catene montuose, tra cui le Alpi, cioè la catena più alta d’Europa. Questo impedisce ai venti atlantici di pulire sistematicamente l’aria, come invece accade su gran parte del continente. Per questo motivo, la qualità dell’aria è spesso scadente, anche se non ai livelli dei paesi in via di sviluppo, e non ai livelli di qualche decennio fa qui a Milano.

Fatte queste premesse, perchè l’ultima settimana ci porta degli spunti di riflessione interessanti?

Innanzitutto lo scorso sabato e la scorsa domenica (il 28 e il 29 Marzo), i livelli di PM10 sono schizzati alle stelle. In regione valori quasi ovunque superiori ai 50 μg/m3 con picchi superiori a 100.
A Lubiana (in Slovenia, quindi non molto lontano da qui) alcune stazioni hanno raggiunto i 400 μg/m3. La spiegazione di tali concentrazioni elevate è stata ritrovata in un fenomeno naturale piuttosto raro: i venti dai quadranti orientali hanno trasportato grandi quantità di sabbia dall’Asia centrale fin sull’Europa.
Nonostante spesso succeda che grossi quantitativi di sabbia vengano trasportati dal Sahara, quasi mai si osservano dei livelli di PM10 così alti.

Questo fenomeno, insieme a quanto detto prima sulle dinamiche atmosferiche che alzano le concentrazioni di inquinanti d’inverno e le abbassano d’estate, ci insegnano due cose

La prima è che sebbene l’uomo giochi un ruolo molto importante e maggioritario sulla qualità dell’aria, la natura è talvolta altrettanto importante. Questo non esula dal mitigare le nostre emissioni, però c’è una linea di pensiero che vorrebbe attribuire all’uomo tutta la responsabilità e spinge la politica a prendere provvedimenti che difficilmente sono giustificabili dai dati osservati.
Se non avessimo avuto i modelli meteorologici a dirci che questi livelli di inquinamento erano dovuti alla sabbia del deserto, forse i politici avrebbero bloccato il traffico (che in questi giorni, causa Coronavirus è già bloccato), per dimostrare che qualcosa si stava facendo.

Allo stesso modo  d’inverno si blocca il traffico quando in realtà le polveri sottili derivano prevalentemente da un fattore diverso: la combustione di biomasse (soprattutto caminetti e stufe a pellets, che peraltro sono state ampiamente sovvenzionate come riscaldamento “da fonti rinnovabili”).
Fino a quando non si affronterà il problema della qualità dell’aria basandosi su metodi scientifici e non sull’ideologia e sul sentito dire, si continueranno a prendere provvedimenti tanto inutili quanto a volte dannosi (come il citato sovvenzionamento delle stufe a pellets).
Si pensi che a Roma quest’inverno sono stati bloccati perfino gli Euro 6 diesel, che con filtro anti-particolato e catalizzatore all’urea (AD-blue) emettono bassissime quantità di particolato e NO2. Non c’è da stupirsi che questo blocco indiscriminato della mobilità non abbia mitigato in alcun modo la qualità dell’aria di Roma in quei giorni.
Un’altra domanda da porsi è se sabato e domenica scorsi verranno conteggiati o meno come giorni di superamento dei limiti delle polveri sottili. L’attività umana in questo caso non ha avuto alcun ruolo nel superamento dei valori di legge. Per questo, quando a dicembre di quest’anno ci verranno a dire che bisognerà bloccare il traffico perché si è oltrepassato il numero massimo di giorni di superamento delle polveri sottili, sappiate che almeno 2 di quei giorni non dovevano essere conteggiati.

Il secondo insegnamento di questa settimana è che gli indicatori che usiamo quotidianamente per definire la qualità dell’aria (soprattutto PM10 e NO2) si stanno rivelando sempre più inadeguati.
Come ha evidenziato il caso della sabbia del deserto, servono altri indicatori: il PM10 da solo ci avrebbe dato un’indicazione fuorviante perché avremmo saputo che che era fuori limite, ma non che era di origine naturale, e quindi non era mitigabile.
Per questo bisogna svolgere analisi chimiche sul particolato (PM10 e PM2.5) in maniera routinaria. Solo in questo modo si riuscirà a determinare esattamente cosa andare a colpire quando si superano i livelli di inquinamento.
Se queste analisi chimiche routinarie non verranno svolte e pubblicate quotidianamente, la risposta dei politici sarà sempre e solo bloccare il traffico. Perché questa è la risposta più semplice e il fattore più controllabile: è più facile mandare la polizia a multare le auto o andare casa per casa a controllare se si sta bruciando legna anche con i caloriferi accesi?
Per questo non dovremo stupirci se nonostante il blocco del traffico di tre settimane la qualità dell’aria sabato in Lombardia fosse quella riportata nell’immagine qui sotto (fonte Arpa Lombardia – selezionare Indice QA del 4 Marzo 2020).

Questa mappa mostra come la qualità dell’aria il giorno Sabato 4 Aprile fosse scarsa.
Notare che la scorsa settimana dopo l’evento delle polveri desertiche trasportate dall’Asia, la qualità dell’aria era migliorata fino a livelli buoni. Cosa ha portato la qualità dell’aria a livelli di nuovo scarsi e superiori ai limiti di legge?
Il traffico in Lombardia è diminuito del 75% nei giorni feriali e del 90% in quelli festivi. L’unico fattore che è cambiato è la meteorologia. Siamo entrati di nuovo in condizioni anticicloniche, quindi assenza di vento e inversioni termiche che trattengono gli inquinanti al suolo.

Le animazioni satellitari mostrano come i blocchi del traffico e delle attività produttive abbiano diminuito le concentrazioni di NO2. Questo è vero, ed era anche atteso un calo superiore, essendo che l’NO2 è emesso soprattutto dai vecchi motori diesel. Tuttavia nonostante il calo dell’NO2, in questi giorni abbiamo una qualità dell’aria scarsa. Questo è dovuto al PM2.5 che a quanto sembra non vuole saperne di seguire i blocchi del traffico e delle attività produttive, perché queste non sono le sue sorgenti principali.
Purtroppo, per avere una qualità dell’aria non buona, ma almeno accettabile, bloccare il traffico serve a poco e il calo dell’NO2 da solo non è sufficiente, a dimostrazione che la vera battaglia sulla qualità dell’aria si dovrà combattere soprattutto sul particolato (PM10 e soprattutto PM2.5).

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