Critiche al modello cinese di Sala

Bike Sgaring a Milano

Il sindaco Sala è pochi giorni fa ha diffuso su Facebook un video in cui parla del problema mobilità nella fase 2. E’ difficile commentare tale video, tanto le cose che vengono dette in esso sono totalmente sganciate dalla realtà. A giudicare sulla base del contenuto di tale video sembrerebbe che il sindaco Sala non viva a Milano e non conosca minimamente le esigenze di chi ci vive. E soprattutto di chi ci lavora.

Come muoverMi abbiamo già spiegato nell’articolo “I trasporti urbani in ottica New Start”, la necessità di mantenere la distanza di sicurezza comporterà un crollo verticale (almeno dell’80%) della capacità dei mezzi pubblici. Ciò significherà aumentare enormemente il tempo necessario per arrivare sul posto di lavoro usando i mezzi.

Quale è la geniale soluzione proposta dal sindaco Beppe Sala e dal suo assessore Granelli? La bicicletta elettrica!

Secondo uno studio di Assolombarda del 2012  (i numeri da allora non sono cambiati in maniera così drastica da inficiare il punto) a Milano ci sono ogni mattina quasi 450.000 persone che attraversano in entrata i confini della città e quasi 100.000 che li attraversano in uscita, per recarsi al lavoro. Vi sono poi gli studenti, che sono varie decine di migliaia, pure essi in entrata.

Tutte queste persone – è evidente – non abitano a pochi km di distanza dalla loro meta. Non stiamo parlando di una cittadina come Pavia o di un centro turistico come Rimini. Stiamo parlando del principale polo produttivo italiano. A Milano arriva ogni giorno gente che abita anche a varie decine di km di distanza.

Proporre a questa gente la bicicletta elettrica come sostituto del treno o del bus interurbano è assolutamente ridicolo e può venire solo da una persona che ha sempre lavorato in un comodo ufficio a breve distanza da casa.
Ma anche per molti che abitano e lavorano a Milano la bicicletta elettrica non può che essere un’idea assurda, dato che se si lavora dalla parte opposta della città e si tratta anche in questo caso di fare molti chilometri.
Sorvoliamo poi sull’ovvia mancanza del distanziamento sociale che si verificherebbe tra i ciclisti fermi al semaforo, sempre che si intenda fare loro rispettare il Codice della Strada.

Inoltre ideologicamente il traffico nei discorsi di sala e granelli è sempre e solo quello in entrata a Milano, mai quello in uscita. Per coerenza anche chi lavora fuori Milano dovrebbe percorrere il tratto urbano in bicicletta, ma il problema non viene mai sollevato perché i pendolari in uscita non sono gabellabili, non generano nessuna potenziale entrata per le case comunali, quindi il traffico in uscita viene sistematicamente ignorato. Viene da chiedersi il perché di questa incongruenza se il problema è lo smog.
Allo stesso modo viene ignorato il fatto che se percorro alcuni chilometri utilizzando una auto del car sharing ottengo il medesimo effetto ingorgo e inquinamento che otterrei con una auto privata, con in aggiunta qualche migliaio di veicoli buttati sul territorio cittadino a levare parcheggi a residenti e pendolari.

Già questo basterebbe per bollare l’intero video di Sala come fuori dal mondo.
Ma non basta!

Questa proposta viene infatti completata dall’idea di costruire nuove piste ciclabili, che ovviamente comporteranno restringimenti di carreggiata ed eliminazione di decine di posti di parcheggio (non viene detto esplicitamente ma è scontato che accadrà, è uno standard, se non spesso un obiettivo dichiarato velatamente dalla giunta e dalle associazioni che la supportano).

E come garantire l’attuazione in tempi brevi di tali idee? Da una parte il governo dovrebbe finanziare (coi soldi dei contribuenti) l’acquisto delle biciclette elettriche di cui sopra, dall’altra la costruzione di nuove piste ciclabili dovrebbe essere permessa anche in deroga alle leggi (che lui definisce lacci e laccioli) e al Codice della Strada.

Come esempio da imitare Beppe Sala cita Expo.
Innanzi tutto è inconcepibile che in una situazione di estrema difficoltà economica per il paese in generale, ma anche e soprattutto per molti singoli cittadini milanesi, Sala pretenda di sperperare soldi pubblici per far acquistare qualcosa come delle biciclette elettriche, per nulla essenziali se non per assecondare la sua politica di restrizioni alla mobilità individuale.
Acquisto, tra l’altro, a forte rischio furto perché non esistono a Milano aree interne alle aziende e agli uffici in cui potere parcheggiare in sicurezza una bicicletta di valore. Siccome il controllo del territorio è insufficiente da sempre in città, si moltiplicherebbero i furti e i cittadini rischierebbero concretamente di vedere sparire il loro investimento e dovere ripiegare sul mezzo privato, salvo utilizzare le bici a noleggio. In questo caso la gabella comunale sui pendolari colpirebbe ancora: paghi il parcheggio e paghi la bici. In attesa di capire cosa altro toccherà pagare allo sventurato pendolare.

Secondariamente è surreale che Beppe Sala citi Expo come “capolavoro”, quando è noto che Expo 2015 è stata soprattutto una occasione persa e un grande sperpero di denaro, con costi ampiamente sopra i ricavi e un numero di visitatori che sarebbe stato irrisorio se il biglietto non fosse stato scontato fortemente fino a rendere irrilevanti i ricavi dovuti ai biglietti.
Un “capolavoro” che ha visto Sala peraltro condannato a sei mesi di reclusione, convertiti in pena pecuniaria di quarantacinquemila euro, per l’assegnazione del maxi-appalto per la Piastra dei servizi.

Ricordiamo che l’area di Expo è ancora ingombra dei capannoni diventati ormai inutili, il cui smontaggio avrebbe dovuto avere luogo già anni fa e che invece sono ancora lì a fare la muffa! Davvero un capolavoro da prendere a esempio!

Nel video Sala dice di pensare al futuro, ma le proposte che illustra dimostrano la sua totale incapacità di farlo, almeno sulla base della realtà delle cose e delle concrete esigenze di vive e lavora a Milano

  • Milano è, come spiegato, una città con un numero enorme di pendolari. Per costoro la bicicletta, fosse anche elettrica, è una proposta totalmente inadeguata.
  • Milano è una città di gente anziana o comunque non più giovane. L’età media è di 45 anni e ci sono 31.5000 persone con più di 65 anni, spesso con problemi motori. L’idea che persone anziane siano obbligate a girare in bicicletta, col bello e col brutto, col freddo e col caldo, con la pioggia e col vento è assurda e dimostra la poca considerazione che Sala ha per i suoi concittadini.
  • La consegna a domicilio, anche ma non solo in seguito all’emergenza Coronavirus, è destinata a diventare sempre più diffusa. Le consegne avvengono tramite furgoni che devono poter girare e parcheggiare, per poter effettuare le consegne. A meno che Sala non pretenda che furgoni e furgoncini vengano sostituiti da carrettini a pedali…
  • Vi sono poi tutti i servizi che necessariamente richiedono un mezzo a motore per venire svolti (idraulici, manutentori degli ascensori, muratori, traslocatori, per non parlare di vigili del fuoco, pronto soccorso, etc…) e che verrebbero tutti ostacolati oltre il sopportabile (più di quanto lo siano già ora), restringendo ulteriormente le strade.

Ricapitolando, le proposte di Sala per ovviare alla ridotta capacità dei mezzi pubblici nel prossimo futuro sono assurde e sarebbero estremamente dannose per la città, i suoi cittadini e la sua economia se venissero attuate.

La verità è che la politica alla mobilità va ripensata totalmente, abbandonando dogmatismi ideologici ed elitarismi egoisti e ristabilendo le condizioni affinché il mezzo privato (a quattro o a due ruote) sia di nuovo utilizzabile in conformità con le proprie necessità.

Il criterio generale da seguire sarà quello di ottimizzare l’uso degli spazi in modo da massimizzare le possibilità di mobilità individuale.

  • Occorrerà quindi riaprire strade (per esempio, e per prima, piazza Castello), riallargare carreggiate, ricreare i posti di parcheggio in strada persi. Alcune cose potrebbero richiedere più risorse, ma varie strade potrebbero venire riaperte senza particolari costi aggiuntivi, per esempio piazza Castello, snodo essenziale per chi deve muoversi in centro.
  • Visto che i mezzi pubblici non saranno prioritari, tutte le corsie preferenziali dovranno venire aperte alle due ruote e, almeno una parte importante, anche alle quattro ruote.
  • Ovviamente deve permanere la sospensione di AreaC e deve venire abolita definitivamente AreaB, la cui totale inutilità è stata dimostrata dalle concentrazioni degli inquinanti durante il periodo di blocco forzato dovuto al Coronavirus.
  • Poiché i mezzi a due ruote a motore occupano meno spazio varrebbe la pena di incentivarne l’uso cercando di aumentare gli spazi di parcheggio a loro disposizione, per esempio permettendone esplicitamente il parcheggio sui marciapiedi ove ciò non costituisca un intralcio per il passaggio dei pedoni.
  • Alcune piste ciclabili scarsamente utilizzate, ma di forte ostacolo alla mobilità veicolare andrebbero eliminate o sostituite da altre in strade secondarie. Due casi in particolare: quella di viale Lunigiana che si prolunga sulla circonvallazione della 90 e quella in via De Amicis, che ha eliminato ogni spazio di parcheggio in tutta la via.
    Sarebbe di sicuro giovamento eliminare almeno anche uno dei due sensi della ciclabile milionaria in viale Tunisia, ma essendo essa integrata con il marciapiede ciò comporterebbe lavori troppo impegnativi.
  • La sospensione della sosta a pagamento va mantenuta fino al ritorno alla normalità, in quanto essa rappresenterebbe un costo insopportabile per molte delle persone impossibilitate ad usare i mezzi pubblici.

Tutte queste misure saranno da aggiungere a quelle non viabilistiche già in programma: scaglionamento degli orari, lavoro da remoto ove possibile, prolungamento degli orari di apertura dei negozi, etc…

Se si deciderà di percorrere la strada petalosa di una città in bicicletta, deve essere chiaro a tutti che si darà un’ulteriore spinta verso la chiusura di tante attività produttive, già in gravissimo affanno a causa di mesi di fermo forzato, mentre molte altre si trasferiranno fuori città.

Un’ulteriore passo, quindi, verso una città a misura di privilegiato e nemica di chi lavora.

(7) Commenti

  1. Condivido ogni singola frase. Ci sarebbe da aggiungere che ogni hanno il Comune incassa molti contributi a titolo di oneri di urbanizzazione ai sensi della legge 122 sui parcheggi e, non solo distrae i fondi ricevuti dal relativo capitolo di spesa, ma riduce il numero totale di parcheggi disponibili contraddicendo lo spirito della legge vigente.

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  2. Uso molto la bicicletta in città e DA CICLISTA dico FERMIAMO Granelli e Maran. Con i loro progetti dissennati che stringono le carreggiate stanno creando code infinite di camion, furgoni, taxi, auto , persino al mattino IN USCITA da Milano. Ciò comporta che in bici non riesco più a passare tra i veicoli e respiro MOLTO più monossido rispetto a prima . Le ciclabili sono assurde , si interrompono nel nulla o fanno percorsi ( per chi va al lavoro) che allungano di molto il tragitto. Ho letto con piacere il post che muove le giuste critiche ma è anche ricco di proposte 👍🏼👍🏼👍🏼 Ne avrei anche altre vista la mia esperienza nel settore parcheggi ma per il momento possono bastare.

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  3. Ma le Opposizioni, cioè noi altri, che cosa facciamo? Stiamo qui a guardare questi fanatici che ci impongono le loro idiozie ??? Le biciclette? Ma ci siamo tutti fatti annebbiare il cervello ? In bicicletta uno ci va per relax, non per andare a fare la spesa o commissioni varie!!! E poi perchè dovrei usare la bicicletta presa a noleggio dal Comune che me la fa strapagare??? Deve arricchirsi alle mie spalle ? Cosi pure per tutti gli altri mezzi che intende mettere a disposizione, tutti a pagamento !!! Non ci siamo ragazzi, io non mi faccio infinocchiare da questi ecologisti da quattro soldi. Lo smog è stato dimostrato che non è causato dalle auto; quindi questo continuo dare addosso alle auto è un pretesto. Non lasciamoci ingannare !!! Mi chiedo se c’è ancora qualcuno che non si è fatto assuefare da questa ideologia; qualcuno sano di mente che sappia progettare una città dove tutto sia integrato, dove ognuno abbia gli spazi che vuole avere, senza imporre agli altri le proprie manie !!! L’anno prossimo ci sarà la rielezione del Sindaco e della sua Giunta, ma ho paura che non cambierà nulla, che tutto andrà avanti come ora e peggio di ora, perhè vedo tanti Zombi per Milano, tanti assuefatti e autoconvinti che questa sia la strada migliore. Io però, non mi lascerò drogare da queste Ideologie e da buon Don Chisciotte continuerò la mia solitaria battaglia contro i Mulini a Vento !!! La Libertà è più importante delle Ideologie !!!!

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  4. Non solo, queste strozzature rallenteranno le corse delle ambulanze e dei vigili del fuoco, e sposteranno il traffico sulle strade parallele. Pere di più, la parallela di via Zurigo è Forze Armate, dove anni fa Maran ha fatto pitturare una ciclabile demenziale utilizzata pochissimo.

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  5. Allora testa di Sala, la bicicletta me la compri tu? La voglio elettrica perchè ho 5 patologie e faccio fatica anche a camminare. Sappi che non la utilizzerò da giugno a settembre perchè fa troppo caldo e da dicembre a febbraio perchè fa troppo freddo. Inoltre mi procuri un posto per il rimessaggio serale e un servizio di gardiania (anche notturna) in tutte le strade in cui vi sia la possibilità di attaccare la bici al palo. Se poi me la rubano lo stesso, me ne compri un’altra e nel trmpo in cui rimango senza, voglio un abbonamento gratutito ATM con precedenza alla salita. sui mezzi. CAPITO!!!!

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  6. SALA, le vostre biciclette del BikeMI fanno schifo, sono pensanti e dure da azionare. Devi mettere a disposizione mezzi leggeri, manutenzionati, confortevoli e a prezzo politico. Inoltre non devi eliminare ulteriori parcheggi su strada o su marciapiede per creare altre rastrelliere sia per BikeMI sia per le bici private!!!

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