Due passi per Milano

Vogliamo qui commentare il video intitolato “Un nuovo inizio. Un passo alla volta.”, realizzato da YesMilano, agenzia di promozione turistica culturale, in particolare presso un pubblico internazionale, per la quale il Comune di Milano ha previsto un finanziamento di 3 milioni di euro per il 2020.

Vi proponiamo due letture, quella di Enrico e quella di Andrea, in un confronto che mette in risalto due stili diversi, due anime di muoverMi che pur avendo sensibili differenze tra loro coesistono e collaborano dando il loro contributo a creare la “visione” del movimento. Ovviamente non sono gli unici componenti di muoverMi, ma sono i due che si sono prestati a questo divertente giochino e si mettono a confronto lasciando a voi lettori la possibilità di giudicare chi dei due vi rappresenta di più. Il rigoroso Enrico o il polemico Andrea?
Guardate il video e partecipate al sondaggio, il perdente verrà buttato nel Naviglio! (o il vincente?)

Il video di YesMilano featuring Ghali

ENRICO

Sicuramente il video è tecnicamente ineccepibile, con belle riprese in movimento e da drone. Su questo aspetto nulla da dire!
Ma per quanto riguarda i contenuti?

Visto che si parla di Milano e della sua rinascita dopo un lungo periodo di fermo forzato, ci si aspetterebbe di ritrovare nel filmato un richiamo a ciò che è tipico della città e, soprattutto, un’indicazione che Milano sta finalmente riacquistando i tratti che la caratterizzano.

Generalmente le cose che vengono associate a Milano sono il lavoro, il commercio, gli affari, la moda e l’eleganza, le attività produttive, strade e piazze affollate. Il milanese tipico viene immaginato come laborioso, sempre impegnato, di fretta, mentre la vita a Milano è notoriamente frenetica. E poi la socialità, gli aperitivi, le serate nei locali! Queste sono le cose che caratterizzano da decenni e anche più Milano!

Quindi ci si aspetterebbe che un filmato che volesse trasmettere il senso di rinascita dopo il periodo di blocco forzato legato al Coronavirus si basi sul mostrare le strade che si riempiono nuovamente, i negozi che riaprono, il lavoro che ricomincia nelle aziende, i bar che tornano a riempirsi di gente.
E’ possibile ritrovare queste cose nel video?
Assolutamente no!
La Milano del video è una città fantasma senza alcun essere vivente animale in giro, fosse anche solo un piccione in piazza Duomo!
La città che si vede nel filmato, più che una Milano che rinasce per tornare alla normalità, fa venire in mente certe inquietanti e misteriose città apparentemente disabitate che il capitano Kirk e l’equipaggio dell’Enterprise nella prima serie di Star Trek avevano la ventura di esplorare durante il loro peregrinare nello spazio alla ricerca ci mondi sconosciuti.
Manca anche ogni richiamo al lavoro e all’operosità. Tutti i personaggi presenti (salvo forse il signore che guizza veloce in bicicletta per strade vuote con uno zainetto in spalla e che potrebbe sembrare stia andando in ufficio) passeggiano apparentemente senza meta, quasi persi, come se non avessero assolutamente nulla da fare, nessun impegno, nessun  posto specifico ove recarsi. Un lusso che normalmente pochi milanesi possono concedersi!

Anche dell’eleganza che ha reso Milano una delle capitali mondiali della moda non vi è traccia. Il personaggio principale è rappresentato da tal Ghali, rapper milanese con la capigliatura a treccine rasta che sembra appena uscito da un a festa al centro sociale.
La voce narrante, forse sua anche quella e resa indisponente da una pesante cadenza, completa il quadro.

In realtà, più che promuovere Milano e la sua rinascita dopo l’emergenza Coronavirus, il video promuove la visione ideologizzata del tutto slegata dalla realtà che la giunta Sala e le forze politiche che la sostengono hanno di Milano e che vorrebbero imporre a tutti.
La Milano che si vede nel video è lontanissima dalla Milano di tutti i giorni della grandissima maggioranza dei suoi abitanti, ma evidentemente non è lontana dalla città che sognano i sostenitori dell’attuale amministrazione. 
Una Milano bella ma vuota, con i suoi edifici ma senza le (altre) persone. Una Milano pulita ma anche deserta. Insomma, una città sfondo di lusso per pochi privilegiati che possono godersela in pace, senza che una folla brulicante di gente impegnata a fare fronte ai propri impegni quotidiani rovini il loro trastullo

E’ questa la città che in cui si riconoscono la maggior parte dei suoi cittadini? E’ questa la città che può desiderare la maggioranza dei milanesi? Io non credo proprio! 

Per il resto il video è un irritante concentrato di banalità e luoghi comuni politically correct.
Il richiamo alle “nostre messe, ai nostri ramadan” è totalmente assurdo. Solo chi non ha neanche una conoscenza minima della storia di Milano può pensare di mettere sullo stesso piano le due cose! E, anzi, anche solo di associare Milano al ramadan!

Nel video non si manca poi di sottolineare che “siamo tutti uguali”. Sarebbe interessante sentire se quelli che sono dovuti stare due mesi chiusi in un bilocale in una casa popolare si sentono uguali a quelli che la quarantena l’hanno trascorsa in un attico da 250 metri quadri in centro!

La vetta della banalità si tocca comunque con l’ultima frase che recita che “insieme siamo umani più che mai!”, frase che non vuole dire assolutamente niente di concreto ma che proprio per questo non mancherà di piacere al target di riferimento del video.
Immancabile, infine, il ciclista che, in questo caso davanti alla Triennale, si fa beffe del codice della strada viaggiando (pure in contromano) in mezzo alla strada malgrado la presenza lì a fianco di una larga è costosissima ciclabile! E’ la patente di immunità che la giunta attesta ancora una volta ad una parte del suo elettorato più fedele, quello degli antagonisti in bicicletta stile critical mass.

Ciò che sarebbe interessante sapere è se e quanto è costato il video in questione (che pare sia stato trasmesso anche su canali televisivi nazionali). Un video di pura propaganda pagato con i soldi di tutti in un periodo in cui così tanti cittadini si trovano in gravi difficoltà economiche sarebbe un altro (l’ennesimo) schiaffo ai milanesi e ai loro problemi da parte dell’amministrazione Sala!

ANDREA

Il caro sindaco di Milano, Beppe Sala, dopo averci deliziato il 25 aprile stonando “oh Bella Ciao” accompagnato dal basso di Saturnino, ora si inventa un altro colpo da social: il video “Un Passo alla Volta” featuring Ghali, il noto trapper milanese.
Questa volta Sala firma il video, non si limita a farlo suo come fece con il noto scivolone #milanononsiferma e lo fa attraverso una partecipata, finanziata da soldi pubblici, che vale tre milioni di euro: YESMilano.
Già iniziamo malino: tre milioni di euro e un brand scippato ad una iniziativa (vedi qui il sito) di Andrea Rui che risale addirittura al 2013 (uno sforzo di creatività evidentemente non era contemplato nei tre milioni di stanziamento).
La scopiazzatura non è solo nel nome, ma proprio nello spirito del sito. Leggiamo sulla pagina di Rui: “Il progetto yesMilano è nato per far conoscere la storia della città di Milano e valorizzarne il patrimonio culturale e artistico.” Notate qualche similitudine?

I tre milioni di euro dunque producono un sito web bilingue e finalmente il primo video.

Il video racconta una Milano deserta, da film horror, una Milano spaventata dal Covid 19 dove solo un intrepido giovane di Baggio, Ghali Amdouni, sfreccia mascherato in bicicletta e ci racconta la tristezza fatta Milano.
Mentre guardavo il video mi sono chiesto se Milano è davvero questa. I luoghi, pur deserti, li riconosco, ma non riconosco lo spirito di Milano. Cercate di ricordare come voi vivete Milano in un percorso simile, con il traffico, la folla, la convivialità di una città viva e pulsante. Immaginatevi turisti in una metropolitana affollata di pendolari, la messa non è di certo nei vostri pensieri.
Ora immaginatevi un giovane milanese. Non so a voi, ma a me viene in mente Rovazzi che sboccia ai Navigli. Di certo non un tristissimo Ghali che vaga in solitaria per una città deserta.
Perché Milano è stata temporaneamente diversa, ma il prossimo passo non deve essere questo. Perché è vero che si avanza sempre “un passo alla volta” ma quel passo è diverso a seconda della direzione che si vuole prendere.
Dopo il minuto di tristezza milanese, guardando i titoli di coda mi sono chiesto: “ma questo è un video per promuovere il turismo, o uno spot che racchiude tutti i luoghi comuni ben rappresentati da Sala e dalla sua Giunta?“. Come diceva un noto personaggio televisivo… “la seconda che hai detto!”

Ma la Milano che è stata di Celentano, di Jannacci, ma anche quella spensierata di Jerry Calà, di Boldi, o quella dell’umorismo di Abatantuono, Aldo Giovanni e Giacomo , quella surreale di Ale e Franz, quella tipica della movida alla Gué Pequeno e Jake La Furia, quella del trap di periferia di Sfera Ebbasta. O come accennavo prima, quella di Rovazzi, dove è finita? La loro Milano è la stessa che ci mostrano Sala e Ghali? No quella non è Milano, è una visione onirica stereotipata di quello che Milano non è e non vorrebbe mai essere.
Quella non è la mia Milano, non è la vostra Milano, non è la nostra Milano.

Milano è un insieme di tutto quello che è stato citato, Milano ha mille anime, mille volti e un milione e quattrocentomila cuori che battono insieme dal centro alla periferia più estrema, Questo video è granitico, mostra solo una delle facce di Milano, e forse nemmeno la più bella.

Ovviamente il noto influencer Beppe Sala (il giorno che si deciderà a fare il Sindaco sarà sempre troppo tardi) ha scelto il cantante che sta scalando le classifiche, quello che va di moda tra i giovani, quello che viene dalle periferie a raccontarci quanto è bello il giardinetto del Municipio 1. Quello che ce l’ha fatta e adesso ha accesso ai salotti buoni. Quello che nei suoi video sgasa con una bella supercar e qui sfreccia in bici per omaggiare una visione distopica della città, quello che canta di essere fuori dal gregge ma qui segue le regole. Perché Milano è una città “perbene”, pulita, silenziosa, quasi sacra come il ramadan. Nella testa di Sala!
Non nella mia, non nella vostra, non nella nostra testa.

Noi rimaniamo ancorati alla Milano dinamica e viva. Non ci metteremo mai “In fila”, come cantavano i milanesi Casino Royale, quelli che le classifiche non le hanno mai scalate perchè cantavano la realtà di Milano. Quella che io vivo, voi vivete, noi viviamo tutti i giorni.
Sì ci stanno mettendo in fila e da Palazzo Marino ci dicono chiaramente: “Adesso tu pigli tutti i tuoi cazzo di sogni, li butti al cesso e vai fuori con gli altri. Fuori in fila! A fare un lavoro di merda… Chiaro?!?!”

Casino Royale – Sei in Fila (1995)

Quale “visione” ti è piaciuta di più?

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Autori

  • Laureato in Economia e commercio, giornalista pubblicista, motociclista da sempre. Dopo tanti anni di lavoro nel settore automotive in cui mi sono occupato di ricerche di mercato, giornalismo, retail e gestione di uffici stampa per diverse grandi realtà del settore, ora mi occupo di Cybersecurity e Cloud Computing. La mia passione per la politica, l'attività svolta con muovermi (e anche in precedenza) e l'amore incondizionato per Milano, mi hanno fornito lo stimolo per una candidatura alle prossime comunali nella lista di Fratelli d'Italia con l'impegno di contribuire al miglioramento della viabilità e garantire libertà che l'attuale giunta sta negando.

(3) Commenti

  1. Il video andrebbe bene come teaser per The Walking Dead. Li’ il mondo è cambiato per sempre, il virus ha distrutto in modo irrimediabile la civiltà e ricostruire potrebbe essere impossibile o forse possibile tra cento anni. Ecco quindi la desolazione della città vuota e deserta, i mezzi a motore ed elettrici fermi definitivamente perché non vengono più prodotti i carburanti e nemmeno l’energia, e l’emergere di un nuovo protagonista, un sopravvissuto al virus che prima era uno qualunque, un cantantello, e che non importa che la sua storia non sia quella della città, e che non ne rifletta il vissuto i valori, il lavoro, le tradizioni, perché quella storia è irrecuperabile, perché ci saranno solo nuovi modelli di vita che nulla hanno a che fare col passato. Ma non è così! Questa è la visione ottusa di un sindaco ipocrita e carrierista, a cui è evidente che della VITA della città interessa meno di zero. Milano, a cui Sala dovrebbe inginocchiarsi, indegno di esserne sindaco cosi come la sua giunta, i cui protagonisti di spicco desiderano implementare una visione triste e ahimé aderente al video, innanzitutto è VITA. Vita innanzitutto di chi LAVORA ONESTAMENTE, di chi CREA, INNOVA, INVESTE, di chi CREA LAVORO E BUSINESS che ESPORTIAMO nel MONDO INTERO. ” ‘a Milan ghe’ el pan” diceva la gente quando si parlava il dialetto ed è questa frase che caratterizza Milano. La Moda, il Design, il Terziario, i Professionisti, gli Ospedali, la Scala, il Blue Note, i Concerti, il Calcio, gli altri Sport, i Negozi, i Bar, i Ristoranti, le Chiese per chi ci va, queste sono le nostre cose. La nostra Architettura vecchia e nuova, quest’ultima imbrigliata ancora una volta dall’amministrazione comunale dove una commissione paesaggio di invidiosetti architetti dal gusto DDR ostacola ogni progetto esteticamente innovativo, a meno che proposto da archistar supportati da multinazionali con legali pinnati e investimenti a cui non si può fortunatamente dire di no. E in fondo, la voglia di VITA dei Milanesi, di sfruttare e godere di quello che la città offre, i musei, i parchi, lo shopping, gli eventi, il Fuorisalone, le Fashion Week, i concerti, gli aperitivi, i locali, la libertà di muoversi col proprio mezzo e di poterlo parcheggiare. E ANCHE i Mezzi Pubblici e la Metropolitana. E non solo i Milanesi, (e tanti dall’hinterland che partecipano sia col lavoro che con le loro spese alla vita della citta’) anche gli Stranieri che da Expo (di cui è chiaro a tutti di chi siano i meriti) e grazie agli investimenti immobiliari internazionali, pure questi non certo merito delle ultime due giunte, ne hanno fatto meta TURISTICA e vengono qui a spendere i loro soldi, e li ringraziamo. Quindi il video che parla di Milano deve parlare di VITA, e di dove i Milanesi vogliono tornare a VIVERE, non schiavi della vostra visione spenta triste ideologica e ipocrita.

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  2. Milano non è una città turistica, l’hanno fatta diventare a forza dopo Expo2015, da cui Sala ascese al trono di sindaco. Più qualificante parrebbe l’invasione di università, per disoccupati. Molto meno il codazzo di studenti drogatelli e sfaccendati, che rumoreggiano di notte per le strade della movida alcolica milanese. Che dire poi degli orrendi ed inutili grattacieli, imposti alla vista dei miti milanesi, ai quali unica consolazione resta il vacuo vanto di un’esile skyline? Anni fa, gli odierni talebani della bicicletta li avrebbero abbattuti con le molotov. Oggi li adorano perchè pieni zeppi di piante. Idea geniale: i fiori sui balconi. Cose mai viste da secoli e secoli! Piazze in stile finto moderno: spianate di cemento circondate da inutili ed impersonali negozi stile outlet commerciale. Tanti anni fa si sarebbe chiamata speculazione edilizia, con contorno di truci palazzinari, mafie e corruzione. Il re Sala immagina un ritorno post covid alla vita di quartiere. Dopo anni di abbandono e degrado? Dopo la forzata chiusura di ogni tipo di negozio a causa degli ipermercati sulle tangenziali e le vendite online? Lorenteggio, Giambellino e Corvetto risorgeranno con le piazze tattiche disegnate per terra. Tranquilli, ci penserà il nuovo imperatore della ristorazione fighetta, Oscar Farinetti. Ad majora….

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    • Negli anni ottanta/novanta parcheggiavo tranquillamente in corso Vittorio Emanuele o in via Dante, andavo al lavoro con l’auto e la lasciavo in via San Vittore o in via Calatafimi, Forse c’era meno lavoro in città? No di certo. Allora c’era meno traffico? Si, soprattutto di notte. Ma poi Milano è diventata un campo minato, con aree pedonali, restringimenti di carreggiate, piste cilabili finte. Si stava meglio prima o adesso? assolutamente prima: parcheggi abbondanti e liberi, qualità dei cibi non certo peggiore di adesso concerti di artisti di primo livello a prezzo politico o gratuiti.

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