I Taxi a Milano tra crisi e piazze tattiche

Taxi

A premessa ricordiamo che i Taxi offrono un servizio pubblico, utile sicuramente per i turisti e per chi è in viaggio di affari ma molto importante anche per la mobilità degli anziani e per la sicurezza delle lavoratrici che spesso hanno il turno lavorativo serale. Detto questo ci domandiamo perché quella dei tassisti risulta essere una delle categorie più bistrattate dalla giunta Sala e in particolare dalle decisioni discutibili sulla viabilità del duo Maran e Granelli.

Ne vogliamo parlare perché oggi 21 Ottobre a Milano c’è stata una imponente manifestazione dei tassisti milanesi contro il “coprifuoco” previsto dall’ordinanza della Regione Lombardia appena approvata.
Ma perché protestano? La gente non ha minimamente idea di cosa stanno passando i tassisti in questo periodo, nessuno sa come la crisi causata dal lockdown e le scellerate politiche della giunta abbiano intaccato pesantemente il loro lavoro.

Local Team ha documentato la protesta con un video molto interessante, da cui abbiamo preso spunto per poi contattare alcuni tassisti che ci hanno raccontato le loro difficoltà.

Milano, scatta la protesta dei tassisti alla vigilia del coprifuoco. Corteo di auto attraversa la città

Pubblicato da Local Team su Mercoledì 21 ottobre 2020
Il video della protesta dei tassisti a Milano

Il lockdown notturno toglierà ai tassisti parecchio lavoro: tutte le sere centinaia di taxi portano a casa in sicurezza molti ragazzi e ragazze che si divertono e responsabilmente non guidano, ma anche tanti lavoratori che per ovvi motivi non si fidano nel prendere i mezzi pubblici ad ore tarde. Chiudere questa opportunità di lavoro significa mortificare un settore che a causa del covid ha già visto ridurre le proprie entrate di oltre il 50%. (alcuni dichiarano fino al 70%!)
Gli aeroporti e le stazioni sono vuote, non ci sono più né turisti, né businessman. Il gran lavoro delle fashion weeks è svanito e resta solo la possibilità di lavorare di giorno.

Con il coprifuoco tanti tassisti o staranno fermi (basta pensare chi divide l’auto con un collega e c’è chi “fa la notte” e solo quella) oppure saranno costretti ad aggiungersi ai colleghi che abitualmente lavorano di giorno. La conseguenza è che il lavoro diminuisce progressivamente per tutti. Ma i problemi non finiscono qui perché alla crisi si è aggiunta l’ottusa avversione agli spostamenti in auto della giunta milanese. Lo smartworking ha dato il colpo finale diminuendo ulteriormente il numero di potenziali clienti.

Le criticate ciclabili hanno creato problemi a non finire: dagli ingiustificati insulti che i tassisti sono costretti a subire da alcuni esagitati ciclisti ogni volta che accostano presso una ciclabile per scaricare i clienti, ma anche l’impazienza degli automobilisti già imbottigliati in interminabili code quando accostare non è più possibile e bisogna fare scendere i passeggeri in mezzo alla strada.
Il traffico rallentato ha causato un duplice problema perché i tempi di percorrenza sono quasi raddoppiati e i clienti si lamentano di un servizio che è necessariamente diventato più caro e meno efficiente. Inoltre con tanto traffico il singolo tassista si vede costretto ad offrire la metà del servizio (inteso come meno clienti trasportati all’ora) al doppio del prezzo, perché il tachimetro corre anche quando si è fermi in coda. La riduzione delle carreggiate e le piazze tattiche come potete notare hanno fatto parecchi danni collaterali, “vittime” involontarie e invisibili e non tutelate da nessuno.

Ma al danno si aggiunge la beffa: i parcheggi per i taxi sono saturi, sia perché i tempi di attesa necessari per caricare un cliente sono aumentati sia perché tanti tassisti che lavoravano di notte ora sono costretti a lavorare di giorno ma soprattutto perché in diversi casi sono stati ridotti dall’urbanistica tattica (vedi Porta Genova) se non del tutto eliminati per lasciare spazio alle ciclabili (via Gattamelata). Quando il parcheggio riservato è pieno i tassisti in attesa devono necessariamente sostare fuori dalle aree a loro dedicate e il rischio concreto è quello di prendere una salata multa. Del resto la giunta è affamata di soldi e li raccatta dovunque può senza nessun riguardo né per i pendolari, né per lavoratori già in difficoltà. Il fenomeno è ben documentato anche da video che girano sui social network.

Monopattini e biciclette messe di traverso sui marciapiedi e va bene, poi ci sono i tassisti senza clienti che in attesa non sanno dove fermarsi perché i posteggi scoppiano e guardate cosa succede.

Pubblicato da Carlo Merlini su Sabato 10 ottobre 2020

Tirando le somme la crisi dovuta al covid-19 ha messo in ginocchio anche i tassisti così come altre categorie di lavoratori, le scelte di viabilità così solertemente perseguite dagli assessori Maran e Granelli hanno ulteriormente complicato il lavoro dei tassisti rendendolo più difficile e pericoloso. Aggiungiamo che le multe sono certe (e le abbiamo documentate) mentre le agevolazioni previste dal comune sono a dir poco ridicole.

La giunta milanese ha destinato 700.000 euro per dei buoni sconto tramite voucher. Un aiuto che spalmato sui circa 5.000 taxi milanesi si traduce in una potenziale e roboante somma di 140 euro a taxi. Nell’immagine sotto vediamo chi può usufruirne e come.

Come possiamo vedere un provvedimento dedicato prevalentemente agli anziani e ai disabili, che però per goderne devono avere necessariamente anche uno strumento elettronico di pagamento necessario per pagare l’eventuale costo in eccesso rispetto al voucher di 10 euro.
La richiesta va fatta in via telematica compilando un modulo o, per i più anziani telefonando al fantomatico numero 020202, sì proprio quello che con lo smartworking dei dipendenti comunali suona quasi sempre a vuoto.
Praticamente un “bonus” che per un lavoratore si riduce a 4 giorni di bonus, considerando andata e ritorno. Fin troppo per chi ha pensato questa determina dirigenziale, così tanto che nessuno si è premurato di pubblicizzare l’iniziativa.

I tassisti che abbiamo interpellato non ne hanno mai visto uno di questi voucher. Sarà probabilmente un caso ma l’impressione è che si sia fatta una determina dirigenziale di facciata, ma nei fatti non pubblicizzata e di nessuna utilità né per gli anziani che qualche difficoltà oggettiva ad utilizzarla ce l’hanno, né per i lavoratori che vedrebbero coperti solo quattro giorni su quattro mesi. Di nessuna utilità anche per la categoria dei tassisti, in quanto non è uno strumento che incoraggia in modo importante l’utilizzo del taxi da parte dei milanesi.

Certo è che in tempi di covid, questa giunta, orientata solo a favorire biciclette e monopattini, non fa proprio nulla per tutelare i milanesi. Non consente loro di usare la propria auto, non favorisce l’utilizzo dei Taxi nemmeno per le categorie più deboli per cui il trasporto pubblico è pericolosissimo (e non solo per il rischio contagio), si dimentica completamente di una categoria che tanto ha sofferto nei giorni di blocco totale e si inventa cose astruse e impraticabili come i voucher e la novità assoluta del “Taxi Sharing“.

Come riporta Milano Today in un articolo di oggi 21 ottobre, la corsa in sharing potrà essere effettuata solo all’interno del Comune di Milano e sarà “da porta a porta” soltanto per determinate categorie: over 70, disabili al 100%, medici e infermieri (solo per il percorso casa-lavoro). Per tutti gli altri utenti sarà “da incrocio a incrocio”, ovvero con una distanza massima di 200 metri rispetto ai punti indicati dal richiedente. Il “match” tra i diversi utenti che stanno richiedendo lo sharing è gestito da una specifica piattaforma informatica (che non si sa quando sarà pronta, ndr)

Bello, bellissimo. Peccato che per i tassisti si tradurrà in una impossibile ricerca di due persone che vogliono condividere lo stesso percorso (cosa più unica che rara) e in più ci chiediamo chi desidera condividere il sedile posteriore con uno sconosciuto a distanza ravvicinata? E se i passeggeri della singola corsa sono due? Pensiamo ad un anziano con un accompagnatore: dove si siederebbe il “secondo” passeggero in sharing?
Una sparata propagandistica irrealizzabile in tempi brevi e i cui vantaggi per la categoria sono tutti da dimostrare.
A margine segnaliamo che alcune organizzazioni si sono già dichiarate contrarie al progetto (QUI un approfondimento)

Piccole idee partorite da piccole menti, guarda caso dopo la protesta di oggi.
E intanto anche i taxisti soffrono, ma non più in silenzio.

Noi di muoverMi diciamo: allarghiamo le carreggiate, rendiamo fluido il traffico e anche i Taxi diventeranno un mezzo di spostamento efficace e più economico, i milanesi sapranno apprezzare la qualità del servizio offerto e utilizzeranno più frequentemente questo storico servizio pubblico.

Autore

  • Laureato in Economia e commercio, giornalista pubblicista, motociclista da sempre. Dopo tanti anni di lavoro nel settore automotive in cui mi sono occupato di ricerche di mercato, giornalismo, retail e gestione di uffici stampa per diverse grandi realtà del settore, ora mi occupo di Cybersecurity e Cloud Computing. La mia passione per la politica, l'attività svolta con muovermi (e anche in precedenza) e l'amore incondizionato per Milano, mi hanno fornito lo stimolo per una candidatura alle prossime comunali nella lista di Fratelli d'Italia con l'impegno di contribuire al miglioramento della viabilità e garantire libertà che l'attuale giunta sta negando.

(2) Commenti

  1. Caro Andrea, più che “la giunta li ostacola” direi che si ostacolano da soli, ostacolando il progetto della giunta di rendere sconveniente l’uso senza limiti del veicolo di proprietà. Attenzione lo so, l’osservazione è poco MuoverMi!! Ma è oggettiva: la loro fortuna sarebbe una città di persone-clienti a cui dare passaggi, come New York (dove ho vissuto)

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    • Da un lato verrebbe da darti ragione, ma dall’altro con il Piano Aria Clima che punta alla elettrificazione del trasporto su gomma almeno per quanto riguarda Area C temo che ci sia dietro l’angolo qualche costo non previsto anche per i tassisti. Inoltre non dimentichiamo che la giunta sta apertamente dichiarando di volere una città ciclopedonale, che in assenza di covid farà a meno sia dei taxi che del car sharing non elettrico, almeno nelle intenzioni.

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