La ciclabile da cinque milioni di euro

La Ciclabile di Via Monte Rosa

Riprendiamo un argomento caro a muoverMi non per semplice intento polemico, ma per denunciare uno spreco di denaro pubblico imbarazzante, che va ad interessare anche la viabilità e la disponibilità di parcheggi di una zona importante per la fluidificazione del traffico cittadino, oltre a inserirsi malamente nel concetto di “ripresa” economica della città. Un argomento di cui muoverMi si è già occupato attivamente in passato (Vedi il presidio del 7 Febbraio 2020).

I lavori per la ciclabile Monte Rosa – Buonarotti, progettati nel 2015, sono iniziati nel 2017, quasi due chilometri di percorso e circa 180 stalli di sosta persi per un importo che si aggirava intorno ai 5.2 milioni di euro (il Giornale del 15-02-2019).

Dal documento ufficiale del Comune di Milano si evidenzia che l’intenzione è quella di realizzare una pista ciclabile che va da Piazza Amendola a Piazza Conciliazione, parliamo di una doppia ciclabile (sic!) della larghezza di due metri per ogni senso di marcia. Immaginate cosa significa sottrarre quattro metri alla carreggiata in via Giotto: traffico congestionato sempre, in ogni occasione. Dall’immagine ben si vede l’entità dell’imbuto che si verrà a creare con la realizzazione della ciclabile (nella foto a destra il limite della carreggiata sarà quello delle reti arancioni!).

Analizzando nel dettaglio il progetto si scoprono cose molto interessanti: il preventivo è di cinque milioni e duecentomila euro e comprende solo 1700 metri di pista ciclabile nuova e il rifacimento di quella esistente in Monte Rosa.
Stiamo parlando di un costo che si avvicina ai tremila euro al metro lineare di pista ciclabile. Una follia che porterà come danno collaterale anche la cancellazione di numerosi parcheggi e il restringimento delle carreggiate.

Il progetto originale del Comune di Milano

Nel 2017, a dicembre, il Comune risolve il contratto con la ditta assegnataria – la Antares Srl – per comportamento omissivo dell’impresa appaltatrice. Non è dato sapere la somma che l’amministrazione comunale ha già versato.
A Maggio 2018 si provvede ad un aggiornamento del progetto esecutivo tramite una Determina Dirigenziale (ovvero il progetto non passa dall’aula consigliare, non viene valutato dall’opposizione, non viene sottoposto ad alcun giudizio nel merito)

La fondamentale differenza che c’è tra delibera e determina è data dal fatto che, mentre la prima è un’opera amministrativa utilizzata con il fine di rendere noto il volere del responsabile dell’ente, la determina costituisce una manifestazione di un’attività messa in atto, portata avanti e regolata unicamente dal dirigente.

Riassumendo: a maggio, sempre con Determina Dirigenziale viene approvato il nuovo progetto esecutivo, a giugno con lo stesso metodo si assegnano i lavori alla Viabit Spa, il contratto è firmato a settembre e i i cantieri vengono consegnati ad ottobre. Ora a parte la cronica lentezza dell’amministrazione che ci ha messo dieci mesi abbondanti a riprendere i lavori, resta davvero imbarazzante l’assoluta opacità delle decisioni prese attraverso determine dirigenziali invece che con discussioni in aula.

Il nuovo progetto esecutivo “abbellito” con cartelli di divieto di sosta e sosta a pagamento

I lavori ripartono definitivamente nel gennaio 2019 per essere di nuovo interrotti nel luglio 2019. La ragione di questo nuovo stop è un contenzioso con la seconda ditta appaltatrice. Anche in questo caso non sono noti i motivi reali del contenzioso e nemmeno gli importi già versati dal Comune alla seconda ditta appaltatrice.
Nuovamente vengono lasciati in stato di abbandono le transenne che hanno reso complicati i percorsi pedonali per i cittadini e pericolosi materiali di risulta alla mercé di chiunque (sia in piazza Amendola, che in piazza Buonarotti).
Notare nella foto qui sotto come la carreggiata si restringa di quasi la metà dopo i lavori, eliminando completamente anche la possibilità di creare stalli di sosta a bordo strada.

Via Monte Rosa: cantieri aperti, materiali abbandonati e restringimento di carreggiata

Il cantiere dopo due anni di lavori ha prodotto costi elevatissimi a carico dei cittadini a cui si aggiunge la duplice beffa di un quartiere che, a causa delle ristrette carreggiate, si è visto moltiplicare il traffico, creando più inquinamento e sopprimendo parecchi parcheggi e nel contempo si ritrova marciapiedi e pista ciclabile del tutto inutilizzabili. Del resto non è una novità che il comune realizzi autostrade ciclabili per poi dimenticarsi della manutenzione delle stesse (non c’è manutenzione alle strade milanesi, sarebbe troppo pretendere anche la manutenzione delle ciclabili) e in questo specifico caso arriva anche la puntuale denuncia del Codacons del 25 novembre 2019.

Il 13 gennaio viene pubblicato un imbarazzante comunicato stampa sul sito del Comune di Milano in cui l’Assessore Granelli tenta di smarcarsi dalle responsabilità del disastro della ciclabile di via Monte Rosa. In pratica riassume i fatti già noti che vi abbiamo appena esposto e chiude con questa dichiarazione:

“Spiace constatare come il Comune si trovi in difficoltà con imprese che non sono in grado di rispettare gli impegni assunti ed eseguire i lavori secondo il progetto e i tempi contrattuali – dichiara Marco Granelli, assessore alla Mobilità e Lavori Pubblici –. Ora l’impresa se la vedrà con l’Avvocatura comunale, mentre ho chiesto agli uffici tecnici di far eseguire i lavori il più celermente e meglio possibile, per dare quanto prima ai cittadini la pista ciclabile e i marciapiedi nelle migliori condizioni. Questo è il nostro obiettivo. I milanesi hanno dovuto attendere e sopportare i disagi del cantiere già troppo a lungo

Marco Granelli, assessore alla Mobilità e Lavori Pubblici del Comune di Milano

L’assessore Granelli non può scaricare la responsabilità su imprese che sono state scelte con Determina Dirigenziale, quindi senza alcun parere di giunta e opposizione. La responsabilità politica è esclusivamente del dirigente che le ha scelte.
I milanesi dovranno sopportare i cantieri e poi la distruzione dell’intera viabilità di zona che da arteria mediamente scorrevole si trasformerà in un budello di auto incolonnate perché Granelli o chi per lui ha pensato bene che fosse necessario avere DUE piste ciclabili larghe due metri l’una, distanziate di un altro metro dalla sede stradale. Due piccioni con una fava: traffico bloccato e parcheggi spariti per la gioia dei residenti (le strisce gialle verranno sostituite da quelle blu con le limitazioni di ambito, quindi se avete la fidanzata in zona scordatevi di parcheggiare gratuitamente).

Lasciamo a voi valutare la differenza tra la situazione prima della pista ciclabile e dopo. Divertitevi a contare i parcheggi persi e a calcolare quanti metri di carreggiata hanno ridotto. Perché dicono che una strada più stretta è più sicura… o forse no?

Tutto tace per mesi, le transenne, gli ostacoli e i materiali di risulta rimangono stabili ai loro posti, fino a che pochi giorni prima di Pasqua in zona appare un cartello nel quale si comunica che i lavori riprenderanno il 14 aprile invitando i cittadini a spostare le proprie autovetture.
Sono passati anni dall’inizio dei lavori, nessuno ha mai provveduto a rimuovere gli ostacoli lasciati dalle due ditte che si sono succedute e il Comune decide all’improvviso, durante la situazione emergenziale più grave dal dopoguerra, di iniziare dei lavori non essenziali.

In seguito scoviamo altri due cartelli, il primo assolutamente non a norma – non indica nemmeno chi è il responsabile del cantiere e qual’è l’impresa assegnataria – ci dice che si sta spendendo “circa” 470.000 euro per terminare la famosa ciclabile per cui sono stati stanziati già più di 5 milioni di euro. Leggere “circa” in un documento che dovrebbe essere ufficiale fa già ridere così, senza bisogno di aggiungere ulteriori commenti.
Il terzo cartello invece abbiamo appurato che – in teoria – con la ciclabile non c’entra nulla, ma proprio nulla. Si tratta dell’Accordo Quadro 9/2019 per la manutenzione stradale del valore di 7 milioni e 200 mila euro. Dai documenti reperibili in rete sul bando risulta chiaro che quei soldi sono destinati alla manutenzione stradale: asfaltatura di strada e marciapiede, sistemazione tombini, rifacimento segnaletica, sistemazione dei dissuasori della sosta (archetti e panettoni) e scivoli per disabili, ecc… Insomma le ciclabili in quell’accordo quadro non vengono nemmeno menzionate. Allora perché c’è quel cartello? Faranno contemporaneamente anche i lavori di manutenzione stradale o è un tentativo di inserire i costi non preventivati della ciclabile fantasma all’interno di un progetto già approvato e – in teoria – destinato esclusivamente alla manutenzione delle strade? Ci aspettiamo che Granelli informi la cittadinanza e anche le opposizioni e renda conto delle sue decisioni e dei costi reali di questa milionaria pista ciclabile.

In questa cronistoria è possibile capire l’opacità delle decisioni e le modalità poco chiare con le quali questa Giunta porta avanti i lavori pubblici a Milano: ritardi, burocrazia, mancanza di controlli, spese che continuano a salire. E dopo che non sono bastati cinque anni per terminare 1700 metri di pista ciclabile, siamo quasi certi che la storia non finirà qui.

Autore

  • Laureato in Economia e commercio, giornalista pubblicista, motociclista da sempre. Dopo tanti anni di lavoro nel settore automotive in cui mi sono occupato di ricerche di mercato, giornalismo, retail e gestione di uffici stampa per diverse grandi realtà del settore, ora mi occupo di Cybersecurity e Cloud Computing. La mia passione per la politica, l'attività svolta con muovermi (e anche in precedenza) e l'amore incondizionato per Milano, mi hanno fornito lo stimolo per una candidatura alle prossime comunali nella lista di Fratelli d'Italia con l'impegno di contribuire al miglioramento della viabilità e garantire libertà che l'attuale giunta sta negando.

(4) Commenti

  1. Finiti i lavori si viaggerà con 1 sola auto per senso di marcia così si formeranno delle code da entrambi i lati con blocco della circolazione. Mi chiedo quando sopraggiunge una ambulanza cosa fa vola? Non vado oltre ma spero solo che sulla ambulanza ci sia…………………..

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  2. Stupisce come il Comune abbia deciso di riprendere i lavori all’improvviso durante l’emergenza sanitaria che attanaglia i milanesi che ancora non sanno come ritorneranno al lavoro, senza l’utilizzo dei mezzi pubblici. Forse proprio con le biciclette che il Sindaco si è impegnato a mettere a disposizione in sharing,? Intanto devono far sparire le proprie auto dal percorso prescelto, che alla fine non salvaguarderà nè i posti auto (già ridotti) nè i polmoni degli abitanti della zona che si troveranno code di autoveicoli inarrestabili, tutto il giorno. Ricordiamo che il percorso della ciclabile coincide con una delle arterie principali per raggiungere il centro da parte sia del terziario, dei lavoratori e degli studenti che non potranno prendere i mezzi pubblici per ovvie ragioni sanitarie. Bravo Granelli, ottime scelte!.

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  3. Buongiorno a tutti.
    Io penso che tutte le informazioni siano corrette.
    Voglio solo dare un ulteriore spunto di riflessione.
    Noi abbiamo ogni giorno circa 700000 auto in entrata in Milano.
    Moltissime persone fra queste 700000, farebbero volentieri a meno di perdere così tanto tempo e così tanti soldi ogni giorno per raggiungere il lavoro a Milano in questo modo.
    Soltanto che la principale alternativa al mezzo privato, il treno, fa pena.
    Quindi essi scelgono l’auto.
    LA responsabilità per i treni Lombardi è della Regione che però ha una visione della mobilità che non punta in modo forte e deciso sulle ferrovie.
    Investe in esse una piccola percentuale dei soldi che possiede, investe invece molto in nuove autostrade come BREBEMI, per esempio.
    Tutto ciò porta sempre più auto in città.
    Quindi se per assurdo Milano dovesse domani mattina avere gli stessi km di piste ciclabili di Brema, 650 circa, rimarrebbero comunque le famose 700000 auto in entrata in città.
    Io penso che la bicicletta è la mobilità in toto siano un argomento apolitico, senza schieramenti,come sono io.
    Ci vuole buon senso.
    Se io fossi in Regione avrei triplicato il servizio su ferrovia, con i soldi per la BREBEMI, in questo modo non avremmo le famose 700000 auto in entrata e chi veramente deve usare l’auto per lavoro, come i trasportatori, i tassisti, gli imbianchini etc (scusate se sicuramente ho dimenticato qualcuno) circolerebbe più velocemente e risparmiando molti soldi.
    Grazie per la pazienza di aver letto e buona giornata a tutti voi.
    Ale

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