Tirare l’acqua al mulino

Piazza Duomo

Siamo ai primi segnali di riduzione dei nuovi contagi ed ecco che si parla di ripartenza.
Come temevo, c’è una spinta ad accelerare i tempi. Questa è dovuta alla sofferenza economica ed anche al poco realismo (o poca trasparenza) dei nostri governanti. Ci hanno proposto l’idea che chiudendoci in casa qualche settimana tutto sarebbe finito, Invece non è così.

Sono tanti gli articoli che parlano dei temi cittadini in muoverMi . Vorrei, qui, provare a contestualizzare le scelte e a prevedere le mosse del nostro Comune in un quadro più “globale”, non per far cadere nello sconforto il lettore, ma perché sono convinto che solo conoscendo la vicenda a livello “macro” si possa studiare gli eventi in scala “micro” ossia cittadina. In effetti, le decisioni su Milano, sui nostri quartieri e sulle nostre vie non sono che l’ultima appendice di una serie di eventi globali.

Dal punto di vista sociale, politico ed economico, i miei timori sono assai forti.
Già in questi giorni, assisto a vedo molti sermoni su come dovrebbe cambiare il mondo, su come potremmo uscirne e su cosa servirebbe per non ricadere più in una situazione come questa. I più accesi? Come sempre, coloro i quali hanno una forte componente ideologica e sperano, per l’ennesima volta, di “tirare l’acqua al loro mulino”. Non credo minimamente che qualcuno cambierà idea sul modo di vedere il mondo che aveva prima, anzi le convinzioni si inaspriranno, diventeranno ancor più accese e addirittura violente. L’obiettivo politico già dichiarato, è quello di raccogliere ancora una volta i “moderati” che, ahimè, in parte considerevole, sono in realtà gli “indecisi”.

Tutti, soprattutto i più schierati, leggono la situazione con i loro occhiali di sempre. Anzi, sono molto più convinti e incattiviti, come se non fossero più disposti a mediare, dopo un periodo di sacrifici così difficile.
Tutti sentono di meritarsi il trionfo, un po’ per la durezza del momento che stanno vivendo, un po’ perché sentono la grande opportunità di imporre, finalmente, le proprie idee:

  • gli statalisti danno la colpa alla sanità privata;
  • i centralisti si affrettano a chiedere l’abolizione dell’autonomia regionale;
  • i post-comunisti dicono che dovremo cambiare modello economico e… passare al socialismo. Tanto per cambiare;
  • gli assistenzialisti, attaccano la Lombardia come l’origine di tutti i mali ma dimenticano di prevedere misure straordinarie e specifiche per la Lombardia. Anzi, sostengono che tutti gli aiuti debbano essere distribuiti su scala nazionale. Immagino come sarebbero stati se la regione più colpita fosse stata un’altra, magari al Centro o al Sud;
  • l’oligopolio delle comunicazioni mondiali si prepara a raccogliere, finalmente senza i freni della privacy, tutti i nostri spostamenti, a conoscere tutti i comportamenti della popolazione mondiale nella speranza di modificarli, poi, a piacere.

Insomma, tutti cercano di tirare l’acqua al loro mulino e pochi, davvero pochi, stanno veramente cercando di immaginare un futuro accettabile nell’attesa di superare un’emergenza che può durare anche molto ma-è bene non dimenticare – è pur sempre un’emergenza transitoria.

I poteri forti di questo mondo, indubbiamente, tireranno l’acqua al loro mulino più degli altri e faranno di tutto affinché le analisi dell’accaduto portino ad un risultato preconfezionato ed utile al loro obiettivo.

Già oggi iniziano a “fioccare” i primi studi preconfezionati su come possa aver giocato un ruolo nella pandemia… “l’inquinamento”. Il modello “Greta” tanto coltivato nei mesi scorsi sembra assopito. Oggi, con gli animi caldi, si rischierebbe di bruciarlo. Tornerà prepotentemente a breve, con tesi assolutamente prive di fondamenta certe ma dogmi inconfutabili in quanto ambientalisti. La loro utilità è innegabile per fare digerire ai popoli di mezzo Mondo un arretramento di secoli e secoli sul loro livello di benessere e di libertà. Se non accetti di tornare povero e privo di diritti, muori. E muori pure da colpevole, causa della fine dell’umanità e della terra.

La nuova “religione” è servita e rafforzata:

Paura di morire; c’è. Senso di colpa; c’è. Comunione di idee con le religioni classiche; c’è anche quello. Possibilità di decidere le sorti dell’economia in modo centralizzato in poche mani, l’obiettivo. Redditi di cittadinanza e sistemi pseudo socialisti, il mezzo. E qui si completa il giro.

A questo punto, possiamo interpretare anche le scelte del Comune di Milano. Facciamo un breve ragionamento a punti:

  1. Il Comune di Milano, in particolare da quando Sala è sindaco, mi sembra particolarmente sensibile alle richieste dei grandi investitori finanziari ed immobiliari nazionali ed internazionali;
  2. Questi gruppi sono i principali fruitori della propaganda ambientalista, forse ne sono anche la guida, insomma fanno parte de “i capi di Greta”;
  3. Questi gruppi possono influenzare la comunicazione. Ne volete una prova? Basta vedere come hanno dato a Milano, fino a ieri, un lustro che solo in piccola parte, purtroppo, merita;

Volete sapere quali saranno le loro prossime mosse? Vi siete già risposti.

“Covid 19” sarà solo un nuovo titolo per dare ragione alle tendenze precedenti, una nuova giustificazione a vecchie esigenze per nulla appartenenti ai cittadini ma ai gruppi di grandi interessi di cui sopra e anche ad un gruppo di elettori che, pur non facendo parte della “stanza dei bottoni” vuole sentirsi parte di essa sostenendo le teorie ritenute più alla “moda” o semplicemente più popolari, quindi più facili da sostenere prendendosi le lodi del prossimo. E’ vero che la base degli elettori di Sala resta ancora legata alla sinistra tradizionale. Essa sposa però, quasi unanimemente, l’ambientalismo più estremo in quanto propone, di fatto, un popolo da educare e rinchiudere in modelli stabiliti dallo stato.

Di conseguenza, naturalmente:

  1. mentre la logica ci direbbe di privilegiare l’uso dell’auto privata, almeno fino alla fine dell’emergenza, loro si affrettano a proclamare che sarà ulteriormente disincentivata
  2. mentre la logica ci direbbe di evitare l’uso di mezzi pericolosi come il monopattino, ci chiedono di concentrarsi su di essi
  3. Mentre i dati dell’ARPA stessa hanno dimostrato che non ci sono stati miglioramenti nei livelli di polveri sottili a traffico quasi annullato, prova clamorosa in grado di distruggere buona parte dei loro assunti di base, questi signori insinuano che “molte ricerche” di cui non è dato sapere di più, dimostrano che c’è un nesso tra inquinamento e Covid 19!
  4. Mentre ci si dovrebbe concentrare su quanto sia utile un traffico fluidificato, i parcheggi razionalizzati, ci dicono che “si è capito quanto le nostre città hanno bisogno di respirare”, e pensano di trasformare interi viali in ciclabili… nulla a che vedere con l’emergenza.
  5. Mentre si dovrebbe ripensare ad una città con un’urbanistica meno concentrata, pensano di aumentare le cubature ulteriormente negli ex-scali ferroviari…
  6. Sala si dice pronto a sospendere Aree B-C e Strisce Blu. Non riesce a non ammettere l’illogicità di riaccendere le telecamere. Ma mette le mani avanti: se poi dovessimo vedere che aumenta l’inquinamento… rispetto a quando? Quale? Non si sa…

Tutti questi spunti, non esaustivi ma efficacemente esemplificativi ci fanno capire che non ci sarà nessun ravvedimento, anzi, a breve ci sarà un accanimento peggiore, spinto dalla paura di perdere i vantaggi acquisiti. Come tutti i regimi, anche quello verde (per convenienza) potrebbe diventare molto più spietato davanti al rischio di essere ferito.

Se dovessero fallire, rischierebbero di dover rivedere molti piani già fatti, tanta acquolina in bocca già assaporata… chi potrebbe costruire, ad esempio, senza preoccuparsi di infrastrutture stradali e parcheggi ma solo di piazzette pedonali e fermate per il solo trasporto pubblico da realizzare con denaro pubblico, peraltro.

In conclusione, vista la straordinaria portata dell’opportunità di imporre comportamenti e decisioni al popolo, temo che le più grandi forze di influenza mondiale faranno di tutto per non sprecarla. Normalmente, parleremmo di USA contro Russia, oggi USA contro Cina. Ma l’occidente, a differenza della Cina è governato in buona parte dagli oligopoli, a partire dalla finanza e dalla comunicazione. Il libero mercato e, la stessa libertà, era già fortemente a rischio prima. Il rischio è che l’attacco finanziario alla democrazia, già in atto prima della pandemia, cerchi di sferrare l’attacco finale.

I capi di Greta non vedono l’ora.
Solo il popolo può fermarli. Ma non quello ritenuto più colto e sviluppato, quello che il buonismo non ha ancora intaccato.

Ed è quello che noi cerchiamo.

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